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- 500 anni dalla fondazione - la prima chiesa greca ortodossa eretta nella diaspora - |
Cenni Storici La chiesa greca ortodossa dei SS Apostoli Pietro e Paolo sorge sulle fondamenta dell'originaria chiesa dei SS Apostoli, fondata nell'anno 1518 dal Principe Tommaso Assan Paleologo, figlio di Demetrio Paleologo.
Quella semplice e piccola chiesa, che per i profughi greci rappresentava il punto di reciproco incontro e di collegamento con la propria patria, fu in seguito ricostruita e ampliata.
Consacrata nel 1634, la chiesa fu intitolata ai Santi Pietro e Paolo.
Il periodo storico che fa da cornice a tal evento vedeva la comunità greca ortodossa giocare un ruolo di grande prestigio e potenza nella Campania dell'epoca; ma si accompagnò anche alla principale causa dell'affluenza dei Greci provenienti da ogni punto dell'Ellade, cioè la dominazione turca all'epoca in pieno sviluppo.
Il primo arrivo di Greci dalla regione dell'Epiro precede l'anno 1487. A essi il sovrano, il re Ferdinando, il 30 agosto del 1488 accordò il privilegio "di compiere secondo le leggi del loro paese gli atti religiosi e amministrativi".
Un secondo importante arrivo avvenne con l'ammiraglio Andrea Doria. Tra i profughi che allora giunsero, vi era anche il Vescovo di Corone, Benedetto, al quale nel 1536 il Papa Paolo III accordò udienza. Il Papa si lascio persuadere a emanare, il 29 giugno 1536, la Bolla con la quale si permetteva ai Prelati, ai Presbiteri e ai cittadini della Nazione Greca di esercitare nella loro chiesa in Napoli i divini offici e il culto religioso, secondo il rito e le consuetudini proprie (e si proibiva, al contempo, "agli ordinari o a qualsivoglia Superiore di rito Latino di arrecare loro molestia" ), previo Regio Assenso.
Nell'epoca denominata “dei Coronei” furono completati i lavori per la ricostruzione della Chiesa. In quel frangente i Greci di Napoli si affidarono al celebre pittore greco Belisario Corenzio perchè decorasse la Chiesa eseguendovi degli splendidi affreschi. Secondo lo storico napoletano Vincenzo Meola, Corenzio ebbe il merito di trasferire la chiesa dalla "nativa oscurita alla nobilezza sua".
Un terzo imponente arrivo di Greci a Napoli, ebbe luogo in seguito alla battaglia navale di Lepanto: in quegli anni la Chiesa e Confraternita greca rappresentavano la piu folta comunità ellenica sul suolo Italiano e godevano di fama in tutta Europa per i meriti acquisiti dal contributo da esse offerto alla nostra Nazione.
Il periodo che si estende dal 1656 al 1721, con strascichi anche piu recenti, vede la Chiesa e Confraternita Greca impegnate in una dura lotta intesa a preservare la propria identità, per difendere, cioè, il carattere greco dell'istituzione e del dogma orientale ivi osservato.
Purtroppo, il Re Francesco I ordinò e impose la nomina di sacerdoti greco-cattolici perche prestassero servizio nella chiesa. A quella situazione irregolare e contraria ai sacri canoni, pose fine nel maggio del 1866, il tribunale di Napoli, ingiungendo la restituzione della Chiesa ai greci ortodossi.
La prima liturgia ortodossa a distanza di lunghi anni, fu celebrata il giorno 26 settembre 1865 dall'Archimandrita N. Katramis, che tanto si adoperò per la restituzione dello status antico. Dal punto di vista strutturale, occorre precisare che la Chiesa subì rimaneggiamenti architettonici nel 1757, anno in cui diede principio al proprio lavoro il pittore greco Eustazio Caruso. Alla sua mano si devono numerose icone che adornano la chiesa con particolare riguardo alle immagini che compongono l'iconostasi e ricoprono le porte del presbiterio. La sua opera è contraddistinta da uno stile ionico, non esente tuttavia da influssi occidentali. La Chiesa è suddivisa in tre navate: quella centrale è dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo, quella di destra a san Nicola, quella sul lato aopposto a San Giorgio. |
Quest'ultima, a seguito dell'ampliamento della via san Tommaso d'Aquino, fu soggetta a importanti modifiche e alterazioni strutturali che la privarono dell'altare in precedenza ivi collocato.
Un paio di cappelle occupavano l'area esterna della chiesa: alle spalle dell'altare maggiore sorgeva la Cappella dedicata alla Madonna delle Grazie; a destra del medesimo altare era ubicata la Cappella intitolata alla Madonna di Costantinopoli.
Non si deve dimenticare che la presenza d'importanti personalità e l'affluenza massiccia di profughi, furono i presupposti che fecero sentire con sempre maggiore urgenza la necessita di fondare in via ufficiale la Chiesa e Confraternita, come effettivamente avvenne nell'aprile del 1561.
Noti chierici e laici fecero a gara per contribuire alla sua fondazione, il cui fine era insieme di preservare e perpetuare la tradizione e il culto greco-orientale e di prestare soccorso ai greci bisognosi.
Memore della sua origine storica e fedele alla sua plurisecolare tradizione, ancor oggi la Chiesa e Confraternita, ente equivalente, continua a offrire il proprio contributo spirituale e a esercitare la diaconia con una stretta cooperazione tra clero e popolo di fedeli e giovandosi del favore dell'ospitale Campania e della liberale Italia.
Sua Eminenza Rev.ma il Metropolita Gennadios, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta, ha compiuto una rilevante ricerca scientifica, pubblicata nell’anno 2000, con il titolo “ Οι Ελληνες Ορθοδοξοι εις την Καμπανιαν της Ιταλιας απο της αλωσεως μεχρι της ενωσεως της Ιταλιας και του Γκαριμπαλδη “; relativo collegamento qui.
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